Museo Etno-Archeologico Castiglioni

LE STORIE DI UN’AFRICA QUASI SCOMPARSA
Nel parco di Villa Toeplitz, tra i più belli d’Italia, architetture vegetali e giochi d’acqua accolgono i visitatori che vogliono conoscere la storia delle incredibili spedizioni e delle avvincenti scoperte di Angelo ed Alfredo Castiglioni. Berenice Pancrisia e l’oro dei faraoni, la ricostruzione con rari pezzi originali di un grande accampamento Tuareg, le raccolte di oggetti d’uso comune ma anche ornamenti e armi dei Nilo Camiti, dei Beja e dei Nubiani, raccontano un’Africa ormai scomparsa, scoperta e documentata dai Castiglioni dalla fine degli anni Cinquanta a oggi.
 
IL MUSEO
Il Museo, ospitato nella dèpendance di Villa Toeplitz, si sviluppa su due piani: il piano terra raccoglie la collezione archeologica, il piano primo quella etnografica.
Quattro le sezioni principali: il deserto del Sahara preistorico, il il deserto del Sahara storico, il deserto del Sahara recente, la savana africana. 
 
LA COLLEZIONE
Qui è possibile scoprire come veniva estratto l’oro in epoca faraonica dalle numerose miniere presenti nell’area dove è stata ritrovata la città di Berenice Pancrisia (Sudan).
Si può ammirare la collezione di calchi di graffiti preistorici dello uadi Bergiug (Libia) risalenti a più di 10.000 anni fa.
Si possono osservare i busti adornati con parrucche che riproducono le tipiche elaborate acconciature dei Nilo Camiti, pastori della savana africana (Kenya, Tanzania, Uganda).
Una sala multimediale del museo svela la ricostruzione di un attendamento Tuareg, realizzata con materiale originale e nel rispetto della cultura tradizionale di questo popolo. Si tratta di un unicum per qualità e varietà dei reperti: oltre alla tenda, composta da decine di pelli di capra, dipinte di ocra rossa e sapientemente cucite dalle donne, sono presenti oggetti e utensili di uso quotidiano, come variopinte sacche per i viveri e per gli indumenti, armi, semplici giacigli, oggetti di cucina, indumenti e macine.